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DPCM: LA MODA CHE FINE FARÀ?
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Il nuovo decreto arresta il settore della cultura, ma la moda?
Il nuovo DPCM arresta il settore della cultura, ma nulla viene detto nei confronti della moda, che ancora una volta si ritrova a dover fronteggiare una situazione complicata senza una direzione precisa.
IL NUOVO DPCM
Entra in vigore da lunedì 26 Ottobre fino a martedì 24 novembre.
È il nuovo DPCM che prevede una chiusura parziale del Paese, soprattutto nel settore della cultura.
Riassumendo, le misure di contenimento prevedono:
– Didattica a distanza distanza nelle scuole superiori anche oltre il 75%.
– Chiusura di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali.
– Chiusura di cinema, teatri, casinò e sale scommesse.
– Stop al servizio in tavola nei ristornati oltre le ore 18.
– Consente lo svolgimento delle funzioni religiose, nel rispetto dei protocolli anti-Covid.
– Fortemente raccomandato di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi.
– Sospesi convegni e congressi, eccezion fatta per quelli che si svolgono in modalità da remoto.
CHI VIENE MAGGIORMENTE COLPITO
La situazione è complicata da molteplici punti di vista.
La sanità, senza ombra di dubbio, è il settore più in crisi a causa del Covid.
I casi salgono drasticamente e gli ospedali tornano a riempirsi.
Certo è che ci sono stati mesi in cui era possibile migliorare le strutture sanitarie e formare personale preparato per fronteggiare in modo adeguato la seconda ondata di Coronavirus.
Ma a quel che pare, ciò che è stato fatto non è risultato sufficiente.
Altri settori colpiti particolarmente sono quello della ristorazione e della cultura.
I ristornati, costretti a non servire più al tavolo oltre le 18, oltre quell’ora potranno ripiegare solo sull’asporto.
Mentre la cultura si vede chiusa la maggior parte delle sue attività.
Teatri e cinema, rimarranno serrati.
Concerti, spettacoli dal vivo, e proiezioni di film saranno vietate.
Il settore artistico-culturale ha sofferto molto negli ultimi mesi, e forse questa decisione non è stata la più azzeccata per chi si è visto costretto ad affrontare il periodo con non pochi problemi.
E IL SETTORE DELLA MODA?
Nel discorso di Giuseppe Conte, capo del Governo, non è stata proliferata nemmeno una parole per il settore tessile.
Le uniche disposizioni che possono essere riconducibili anche al settore della moda sono il mantenimento dello smartworking ove è possibile.
Tuttavia, non tutti gli addetti ai lavori possono operare da remoto.
Ricordiamo l’intervento di Renzo Rosso che scagliandosi contro il Governo dichiarò:
«Anche noi siamo in grado di ripartire e determinati settori lo stanno già facendo: se lavora il settore alimentare o il meccanico, perché non possono lavorare anche gli altri rispettando la sicurezza delle persone?».
Vero è che per il momento la produzione non si fermerà, ma è probabile gli acquisti caleranno ulteriormente date le difficoltà economiche.
Si aprono nuove possibilità: come quelle offerte dal mondo digitale.
La comunicazione è cambiata, dal Covid in poi.
Ma chi è davvero pronto?
RIPARTIRE DALL’E-COMMERCE
Il settore della moda ha provato a ripartire dall’e-commerce.
Zara ha annunciato, pochi mesi fa, che avrebbe chiuso parte dei suoi store fisici per investire maggiormente nel settore digitale.
L’e-commerce è aumentato del 50% rispetto all’anno precedente nel corso del trimestre e del 95% rispetto all’aprile 2019.
Questo, tuttavia, è solo uno dei tanti cambiamenti che il settore si troverà ad affrontare.
Un settore che, nei primi mesi di pandemia, ha aiutato attraverso donazioni e progetti a scopo benefico, gli ospedali più colpiti dall’emergenza.
Come era accaduto con LMVH che aveva prodotto gel igienizzanti per gli ospedali.
Cosa accadrà nei prossimi giorni?
Ci auguriamo il meglio per tutti, soprattutto per un settore che ha bisogno di ripartire e di reinventarsi in una situazione a dir poco complicata come quella che stiamo vivendo in questo periodo.
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