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KENZO e ciò che resterà di lui
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Oltre la Moda, una persona
Parigi, domenica 4 Ottobre 2020.
Muore Takada Kenzo, a causa del Coronavirus.
All’età di 81 anni lascia un mondo che ha contribuito a rendere esteticamente più gradevole attraverso le sue visioni, il suo modo di approcciarsi al mondo.
DAL GIAPPONE A PARIGI
All’età di 25 anni, nel 1964, Takada Kenzo si trasferisce in Europa, a Parigi.
La città, in quegli anni, rispecchia totalmente il mondo della Moda: riviste patinate ma anche film cinematografici portano in alto la cultura francese.
Soffia un vento nuovo in tutta l’Europa Occidentale.
Il preludio dei movimenti studenteschi e operai è nell’aria.
Kenzo sposa appieno il concetto di ribellione.
Vuole imporre nuovi canoni stilistici all’interno dell’élite a cui appartiene, insorgendo contro l’haute couture (l’alta moda, creata su misura) e democratizzando il concetto di stile.
I primi tempi si mantiene vendendo i propri bozzetti agli stilisti dell’Alta Moda a cui tenterà, stilisticamente, di ribellarsi.
Il successo arriva, lentamente e faticosamente, nel 1970, quando presenta la sua prima collezione al Vivienne Gallery.
Nel 1972 vince il Fashion Editor Club of Japan, e dichiarerà:
“La moda non è per pochi, è per tutti”
KENZO: LA CULTURA ASIATICA AL CENTRO DELL’EUROPA
Se c’è una cosa che Kenzo ha saputo fare è stato distinguersi.
Una volta nel cuore della capitale della moda, Parigi, avrebbe avuto due possibilità:
1. Imitare gli stilisti che già erano presenti nella scena;
2. Crearsi il proprio stile.
Indovinate un po’ quale delle due opzioni scelse di perseguire.
Voleva creare una moda democratica ma di alto livello, in cui le sue più grandi passioni, il Giappone e la giungla, potessero intersecarsi per dare vita ad una nuova forma stilistica, ad un nuovo modo di comunicare.
“Non aveva senso che facessi anch’io quello che facevano gli stilisti francesi, non sapevo neanche farlo. Così mi misi a disegnare vestiti in modo diverso, usando i tessuti dei kimono e fonti di ispirazione differenti.”
Questa è un’enorme lezione per chi si approccia al mondo della Moda e alla creatività in genere: ognuno ha il proprio linguaggio, ed è inutile quanto controproducente tentare di imitare quello altrui.
Negli anni lo stile di Kenzo si è fatto sempre più riconoscibile: abiti colorati ma leggeri, gioiosi ed innovativi, liberatori e originali.
LE SFILATE CHE FANNO LA DIFFERENZA
Uno dei punti di forza di Kenzo risiedeva nella sua energia e nella sua capacità di creare sfilate che fossero memorabili.
Percepiva la moda come un insieme di emozioni e sensazioni, e per questo coinvolgeva tutti i sensi e tutti i sentimenti di chi aveva la fortuna di assistere ai suoi spettacoli.
Era un creatore di mondi.
Nel 1979 creò una sfilata nella tenda di un circo e si concluse con un gruppo di modelle a cavallo in abiti trasparenti seguite dallo stilista su di un elefante.
IL PASSATO CHE INFLUENZA IL FUTURO
Kenzo lascia, nel 1999, il mondo della Moda per dedicarsi al design.
Ma il suo stile rimane inconfondibile e il brand segue, in tutto e per tutto, le sue orme.
Lo stilista, deceduto a causa del Covid-19, ha dettato nuove regole, scritto nuovi canoni e influenzato generazioni di stilisti.
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