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MODA E LUSSO: SOSTENIBILITÀ E COINVOLGIMENTO

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MODA E LUSSO: SOSTENIBILITÀ E COINVOLGIMENTO
COSA VOGLIONO I GIOVANI DAI BRAND DEL LUSSO

Era nell’aria ormai da tempo: il modo di acquistare e di affezionarsi ad un brand sarebbe cambiato nei prossimi mesi.

A dimostrarlo ci pensa uno studio condotto dagli studenti del Master in Fashion, Experience & Design Management dell’Università Bocconi di Milano e promosso da Salesforce in collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana.

I soggetti chiamati in causa sono i ragazzi della Generazione Millenial e della Generazione Z.

Attraverso questo studio hanno dichiarato di avere intenzione di approcciarsi ai marchi del lusso solo nel caso in cui questi brand si battano per la sostenibilità dell’ecosistema, dell’ambiente e del lavoro rimanendo coinvolgenti e affascinanti.

Non solo coinvolgimento web

Il periodo appena trascorso di lockdown ha dimostrato come il web sia stato il mezzo principale (affiancato dalla televisione) attraverso cui comunicare.
Non solo tra amici e parenti ma anche tra brand e consumatori.

Chi non era online in modo solido e strutturato, con una comunicazione efficace nei social e un sito e-commerce ben gestito, ne hanno pagato le conseguenze.

Nel momento di lockdown, più del 75% degli acquisti online avveniva da persone che non avevano mai acquistato precedentemente su portali e-commerce.

Ma una cosa particolarmente inaspettata è il fatto che dallo studio risulta che il coinvolgimento che ricercano i giovani ha a che vedere con un coinvolgimento fisico, di strada, reale: i giovani voglio l’esperienza dello store di lusso, del negozio, della personalizzazione.
Questo, molto più dell’online, è ciò che permette al cliente di affezionarsi ad un brand.

Erica Corbelli, professoressa della Bocconi, dichiara:

“Se i brand vogliono che la gente torni negli store devono offrire esperienze uniche e tutto ciò che è personalizzato è unico per definizione”

Giorgio Armani e Anna Wintour avevano già previsto tutto

Sono di pochi mesi fa le dichiarazioni di Armani e di Anna Wintour che abbiamo raccolto in questo articolo e che pronosticavano un cambiamento nel mondo della moda.

“Occorre ripensare agli sprechi, ai soldi, al consumismo e agli eccessi a cui tutti, me per prima, ci siamo abbandonati”

Queste le parole dell’imprenditrice visionaria americana, direttrice dal 1988 di Vogue America.
Già allora credeva fermamente che il futuro della moda sarebbe stato in mano ai creativi, a chi avrebbe avuto a cuore i temi della sostenibilità etica e morale. Non ha mancato poi di auto criticarsi, sottolineando che anche lei stessa ha avuto per anni lo sguardo fisso su valori che non sposa più e che ritiene superflui.

Giorgio Armani, da canto suo, in una lettera aperta alla rivista WWD Womens’s Wear Daily, Giorgio Armani scriveva:

“Il declino della moda, per come lo conosciamo, è iniziato quando il settore del lusso ha adottato le modalità operative del fast fashion con il ciclo di consegna continua, nella speranza di vendere di più … Io non voglio più lavorare così, è immorale. Non ha senso che una mia giacca, o un mio tailleur vivano in negozio per tre settimane, diventino immediatamente obsoleti, e vengano sostituiti da merce nuova, che non è poi troppo diversa da quella che l’ha preceduta. Io non lavoro così, trovo sia immorale farlo”

Emozioni e sostenibilità

La personalizzazione sarà quel valore aggiunto che farà tutta la differenza del mondo: fare parte di un’esperienza unica coinvolge le emozioni, e le emozioni influenzano gli acquisti.

Personalizzare l’esperienza del consumatore all’interno nel negozio – e nel mondo online – catalizzerà la sua attenzione, il suo livello percettivo, la sua sensazione di sentirsi parte di un mondo valoriale.

Ma un’altra parola d’ordine è sostenibilità: sostenibilità ambientale e sociale.

I giovani sono infatti più attenti a questi temi rispetto alle vecchie generazioni. Lo dimostrano le manifestazioni in piazza e la scesa in campo di artisti e musicisti.

Un brand di lusso, quindi, non può fare altro che dimostrare la sua solidarietà alle tematiche ambientali sia da un punto di vista comunicativo che da un punto di vista pratico (come vengono realizzati i capi di abbigliamento e come vengono trattati i lavoratori sono temi fondamentali).

Per comunicarlo in modo efficace ecco che torna in soccorso il mondo digital: sempre secondo lo studio dell’Università Bocconi pare infatti che il 62% dei Millennial e della Gen Z ha la sensazione che i marchi di lusso non comunichino con loro.

Come ci ha raccontato Vanni Codeluppi, professore dell’Università IULM di Milano e autore di libri come La vetrinizzazione sociale, Ipermondo, Storia della pubblicità italiana, Persuasi e felici?, in questa intervista i marchi del lusso fanno da sempre fatica ad utilizzare i mezzi di comunicazione online.

Ma le nuove tendenze li costringeranno ad adattarsi alle esigenze dei loro consumatori.

Il mondo della moda è pronto?

Gli stilisti, gli influencers, le modelle, e i grandi imprenditori del mondo della moda hanno dimostrato più volte, in questi mesi, di essere vicini ai temi sociali.

Il consumatore è diventato un individuo responsabile, che vuole acquistare, sì, ma sempre consapevole del fatto che il suo acquisto non nuoci alla salute del pianeta e dei lavoratori.

Le case di moda del lusso sono attente a queste dinamiche e vicine ai loro consumatori, ma occorre saper anche comunicare in modo efficace i propri valori.

Se questo è vero per i grandi marchi è altrettanto vero per le piccole realtà imprenditoriali, per i piccoli commercianti, per le piccole aziende tessili e le agenzie di moda.

Occorre fare il meglio per poter comunicare in modo efficace la realtà a cui apparteniamo.

Se ti stai chiedendo come poterlo fare contattaci a info@lebaccanti.it

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