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Modelle virtuali o reali? L’intelligenza artificiale si fa spazio nella moda
L’avvento dell’intelligenza artificiale e della computer grafica sta rivoluzionando il mondo della moda, aprendo nuove possibilità creative ma anche interrogativi sul futuro delle modelle in carne e ossa. Analizziamo il fenomeno delle modelle virtuali e il loro rapporto con quelle reali.
L’ascesa delle modelle generate da AI
Negli ultimi anni l’utilizzo di modelle completamente create da software di intelligenza artificiale e computer grafica si è diffuso rapidamente. Celebri casi come Lil Miquela, Shudu e Imma, hanno raggiunto una fama globale, diventando volti di campagne per brand del calibro di Prada e Balmain.
La tecnologia CGI permette di generare modelle dai canoni estetici perfetti, facilmente personalizzabili e a costi ridotti. Inoltre non pongono limiti legati ad età, etnia o conformazione fisica. Una soluzione intrigante per molti marchi.
Brand pioneer nell’uso di modelle virtuali
Sempre più case di moda stanno sperimentando l’utilizzo di modelle completamente create da software di intelligenza artificiale e computer grafica. Tra i brand pionieri in questo trend ci sono Prada, che per la campagna Resort 2021 ha utilizzato la modella virtuale Candy realizzata da The Fabricant. E Balmain, che ha scelto la modella digitale Margot per il lancio della collezione primavera/estate 2022.
Anche maison prestigiose come Valentino e Gucci si sono cimentate nella creazione di volti virtuali per le loro campagne. Versace ha generato una versione CGI della top model Shalom Harlow per una campagna vintage. Mentre brand più commerciali come Calvin Klein, Gap e Paco Rabanne hanno puntato su gemelle digitali e modelle artificiali per le loro strategie di comunicazione innovative.
L’utilizzo di tali figure sintetiche sembra dunque diffondersi a macchia d’olio nell’industria della moda, offrendo potenzialità ancora in parte inesplorate.
Resistenza del fascino intramontabile delle modelle reali
Ciò nonostante, le modelle in carne ed ossa conservano ancora un forte richiamo sul pubblico e su stilisti di alta moda, grazie al loro carisma e personalità unici. Icone come Naomi Campbell e Kate Moss continuano ad essere ricercatissime per servizi e campagne d’autore.
Le modelle reali sanno valorizzare al meglio abiti e accessori grazie alla loro presenza scenica e capacità interpretativa. Inoltre l’autenticità delle loro emozioni le rende insostituibili in contesti live come sfilate ed eventi.
Verso una convivenza tra reale e virtuale
È probabile che nel prossimo futuro convivranno armoniosamente modelle reali e artificiali, in una nuova dimensione di realtà aumentata applicata alla moda. Le seconde potranno ampliare la portata mediatica e innovativa di shooting e sfilate digitali.
Le prime continueranno a incarnare il savoir-faire artigianale e il prestigio del fashion made in Italy, preservando l’heritage delle maison ed il fascino intramontabile della haute couture.
L’avvento dell’intelligenza artificiale e della computer grafica sta rivoluzionando il mondo della moda, aprendo nuove possibilità creative ma anche interrogativi sul futuro delle modelle in carne e ossa. Analizziamo il fenomeno delle modelle virtuali e il loro rapporto con quelle reali.
L’ascesa delle modelle generate da AI
Negli ultimi anni l’utilizzo di modelle completamente create da software di intelligenza artificiale e computer grafica si è diffuso rapidamente. Celebri casi come Lil Miquela, Shudu e Imma, hanno raggiunto una fama globale, diventando volti di campagne per brand del calibro di Prada e Balmain.
La tecnologia CGI permette di generare modelle dai canoni estetici perfetti, facilmente personalizzabili e a costi ridotti. Inoltre non pongono limiti legati ad età, etnia o conformazione fisica. Una soluzione intrigante per molti marchi.
Brand pioneer nell’uso di modelle virtuali
Sempre più case di moda stanno sperimentando l’utilizzo di modelle completamente create da software di intelligenza artificiale e computer grafica. Tra i brand pionieri in questo trend ci sono Prada, che per la campagna Resort 2021 ha utilizzato la modella virtuale Candy realizzata da The Fabricant. E Balmain, che ha scelto la modella digitale Margot per il lancio della collezione primavera/estate 2022.
Anche maison prestigiose come Valentino e Gucci si sono cimentate nella creazione di volti virtuali per le loro campagne. Versace ha generato una versione CGI della top model Shalom Harlow per una campagna vintage. Mentre brand più commerciali come Calvin Klein, Gap e Paco Rabanne hanno puntato su gemelle digitali e modelle artificiali per le loro strategie di comunicazione innovative.
L’utilizzo di tali figure sintetiche sembra dunque diffondersi a macchia d’olio nell’industria della moda, offrendo potenzialità ancora in parte inesplorate.
Resistenza del fascino intramontabile delle modelle reali
Ciò nonostante, le modelle in carne ed ossa conservano ancora un forte richiamo sul pubblico e su stilisti di alta moda, grazie al loro carisma e personalità unici. Icone come Naomi Campbell e Kate Moss continuano ad essere ricercatissime per servizi e campagne d’autore.
Le modelle reali sanno valorizzare al meglio abiti e accessori grazie alla loro presenza scenica e capacità interpretativa. Inoltre l’autenticità delle loro emozioni le rende insostituibili in contesti live come sfilate ed eventi.
Verso una convivenza tra reale e virtuale
È probabile che nel prossimo futuro convivranno armoniosamente modelle reali e artificiali, in una nuova dimensione di realtà aumentata applicata alla moda. Le seconde potranno ampliare la portata mediatica e innovativa di shooting e sfilate digitali.
Le prime continueranno a incarnare il savoir-faire artigianale e il prestigio del fashion made in Italy, preservando l’heritage delle maison ed il fascino intramontabile della haute couture.