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Sempre più magre – 7 punti contro l’anoressia

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Sempre più magre – 7 punti contro l’anoressia
Come il romanzo di Victoire Dauxerre ha ispirato il mondo della moda e la nostra visione del mondo.

Facciamo parte del mondo della moda. Le Baccanti è impegnata in questo settore da ormai più di dieci anni. Conosciamo ogni sfaccettatura e ogni aspetto. Le due (o le molteplici) facce della medaglia. Il lato glamour e patinato e quello più oscuro e nascosto.

Ricordi lo scorso articolo sulle 8 cose da non fare se sei una modella o un modello? (Clicca qui)

C’era un punto su cui ci siamo soffermati parecchio, ed era quello relativo alla forma fisica. Come abbiamo detto, e come certamente rammenterai, è importante tenersi in forma – è importante sempre – soprattutto in questo ambito, dove l’immagine diventa essenziale. In fondo quando si fa una sfilata o si posa per uno shooting è sempre il corpo che viene ripreso. E come dice il noto fotografo Giovanni Gastel:

“Il corpo è a servizio della moda, non il contrario.”

Ricorderai però che su un punto essenziale non abbiamo intenzione di transigere. Abbiamo scritto:

Prendersi cura della propria immagine e di sé stessi è l’opposto del trascurarsi.

Riteniamo che complessi sul proprio peso siano inadeguati: c’è una differenza abissale tra fare due ore di palestra e non mangiare niente per giorni.

Preferiamo di gran lunga la prima opzione.

MAI CI PERMETTEREMO DI DIRE A QUALCUNO QUANTO MANGIARE.

Allora nell’articolo di oggi vogliamo approfondire maggiormente questo tema, perché è fondamentale e non esistono abbastanza aggettivi per descrivere quanto sia importante per noi.

Lo facciamo, però, in un modo più articolato.

Com’è consuetudine de Le Baccanti preferiamo citarvi fonti che riteniamo opportune ed adeguate, per potervi dare l’esperienza più reale possibile.

Parleremo di un libro che ha fatto scalpore intitolato Sempre più magre, ed è il racconto di una giovane modella che si è battuta per denunciare le condizioni in cui si è trovata a lavorare e cosa questo ha comportato nella sua vita. Raccoglieremo il tutto in punti, così da poterti rendere intuibili e coincisi i passaggi più importanti.

Ma soprattutto non faremo una mera recensione: non è questo lo scopo dell’articolo e del blog, non ci interessa dire se un libro è scritto bene o male (considerazione che spesso ha a che fare con una dimensione soggettiva); a noi interessano i contenuti, e riteniamo che i contenuti di questo romanzo siano adatti al discorso socialmente rilevante che vogliamo portare avanti.

Quindi cominciamo, ok?

1. Un romanzo per le modelle scritto da una modella

Come avrai facilmente intuito Sempre più magre è la storia di una modella e del suo percorso attraverso l’anoressia. Scritto da Victoire Dauxerre assieme alla giornalista Valérie Péronnet, racconta come da giovanissima si sia ritrovata a fare casting per le più note agenzie di moda europee per lavorare con i marchi più importanti. Racconta della sua esperienza ad Elite e riserva un lungo passaggio in cui descrivere il suo rapporto con Prada. Narra di quello che casualmente è stato il suo ingresso nell’alta moda, di come dapprima non avesse mai pensato di poterne fare parte entrandoci in punta di piedi, per poi scalare abbastanza in fretta tutte le tappe necessarie per poter sfilare alle fashion week: da New York a Milano fino a Parigi.

È un romanzo di denuncia. Questo è chiaro fin da subito, fin dal titolo esplicito ed evocativo e dalla copertina, in cui è ripresa lei, pelle ed ossa, mentre sfila con un abito bianco, i capelli rovinati, il volto duro e lo sguardo fisso, a scrutarti l’anima o la coscienza.

È un romanzo che oltre ad essere un racconto è anche una sorta di diario di bordo da tramandare a chi dopo di lei affronterà lo stesso percorso. 

Ad ogni riga, con ogni parola, sembra dire: “Presta attenzione. Ci sono regole non scritte a cui non dovresti piegarti. A cui tutti dovremmo ribellarci. Se siamo soli non possiamo salvarci, ma se ci uniamo non ci ferma nessuno”.

Spera, attraverso questo scritto, di poter parlare a tutti quelli che entreranno in contatto con un certo tipo di realtà: modelle, modelli, ma anche genitori, amici, e soprattutto tutte quelle figure che fanno parte della grande macchina mediale che è la Moda: stilisti, designer, art director, make up artist, giornalisti, scrittori, intellettuali.

Perché sa che più se ne parla e più ne parlano gli addetti ai lavori, più è probabile che in futuro vengano proposte soluzioni efficienti e cambi di paradigmi.

2. L’anoressia nel mondo della moda

Victoire Dauxerre è una modella. Racconta l’anoressia da quel punto di vista. Ci sono molti altri punti di vista e molti altri libri che trattano il tema (come Il cucchiaio è una culla di Giuditta Guizzetti, Volevo essere una farfalla di Michela Marzano o il premio Strega La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano), ma lo scopo di Victoire è raccontare l’anoressia all’interno di questo universo, dove spesso è il contesto che ti porta a determinate condizioni: le misure richieste, i pochissimi grammi in più, i tempi accelerati, gli standard inadatti.

Sottolineiamo però un paio di cose: è un argomento ostico lo sappiamo. È per questo che lo vogliamo affrontare nel modo più trasparente possibile portando sempre avanti i valori che ci contraddistinguono e in cui crediamo.

Il mondo della moda ha le sue regole, alcune le appoggiamo a pieno, altro no.

Il corpo va rispettato, non maltrattato. E se è vero che abbuffarsi in modo sregolato non è un modo per rispettarlo è altrettanto vero che privarsi del cibo è, forse, anche peggio.

In un capitolo intitolato Tre mele al giorno scrive:

‘La voce di Flo ha iniziato a rimbombarmi nella testa: “Così non entrerai mai nei vestiti”. E questo proprio quando cominciavo a non poterne più delle mele. A volte le sostituivo con altri tipi di frutta, ma come facevo a essere certa del valore calorico? Metà melone o una vaschetta di fragole sono più o meno di una mela?’

Così il suo peso diventa un’ossessione vera e propria. Partecipa ai casting, vede che altre ragazze vengono rifiutate per quei pochissimi centimetri in più nel girovita, qualcuno le dice che dovrebbe perdere ancora qualche grammo, si pone l’obiettivo di raggiungere i 47 chili, ma è alta 1,78 m, e quando ci riesce pensa di aver raggiunto il paradiso, fino a che non comprendere che le energie la stanno mollando, il suo fisico ne risente sempre di più e a causa delle reazioni che scatena l’anoressia le stanno spuntando peli indesiderati lungo tutto il copro (è un meccanismo di autodifesa: il grasso necessario per scaldare il corpo non c’è più così crescono peli superflui per combattere il freddo percepito).

Ci sbatte la testa, insomma. Si fa male. Vorrebbe che a nessun altro capitasse ciò che sta capitando a lei. Ed è per questo che scrive e porta avanti le sue battaglie.

3. Non è oro tutto ciò che luccica

Fashion week. Milano, New York, Parigi. Sfilate. Elite, Prada, DKNY, Phillip Lim. Viaggi, agenzie, shooting, stylists, make up artists. Grandi buffet nei backstage davanti alle televisione e un’immensa messa in scena in cui tutti sanno tutto e tutti fanno finta di niente.

“Eravamo nel mezzo del discorso quando un’assistente ha annunciato che stava arrivando la televisione. Ho visto tutte le ragazze dirigersi verso il buffet – c’è sempre un buffet nel backstage, quasi sempre pieno solo di roba proibita – per fare onore agli stuzzichini e ai muffin particolarmente appetitosi.

Non me ne capacitavo: come facevano a concedersi simili sgarri, in pieno periodo sfilate, quando a me la voce malefica non dava tregua e mi costringeva a compensare ogni fettina di pollo in bianco con un intero blister di lassativi? La risposta non è tardata ad arrivare. Appena la troupe televisiva ha alzato i tacchi, sono corse tutte in bagno, chiaramente per vomitare. Tutti lo sanno, nessuno ne parla e la vita continua…”

Victoire, come altre modelle, si ritrova in questo mondo che da fuori sembra estremamente affascinante (e lo è, non nascondiamolo) ma che visto dall’interno appare un incubo. Una corsa dietro l’altra per arrivare in tempo agli eventi, taxi, shooting al freddo, sessioni interminabili di make up, concorrenza spietata.

Perché come sottolinea spesso, il rapporto con le altre ragazze difficilmente si tramuta in qualcosa di sincero, autentico e profondo.

Sono impegnate dieci/dodici ore al giorno tutti i giorni, non hanno quasi mai energie necessarie dato il poco cibo di cui si nutrano e anche solo leggere qualche pagina di un libro diventa estenuante. 

Ognuna sa che i posti per le grandi sfilate sono limitati e ognuna di loro punta a far parte degli eventi più importanti. Sono a decine nei saloni dove si tengono i casting, provenienti da tutto il mondo. Le ragazze più accanite e agguerrite arrivano dall’est, perché quello è l’unico modo che hanno per uscire dalla miseria. È una necessità intrinseca ed è per questo che cercano, con le unghie e i denti, di accaparrarsi tutto.

È una realtà spietata quella che racconta Victoire. Ci fa riflettere sul fatto che spesso ciò che sembra magnifico e irraggiungibile è in realtà molto meno eccezionale di ciò che appare.

4. Anche gli uomini soffrono di anoressia

Ok, Victoire scrive di sé e di come ha vissuto la sua esperienza. Ma il problema dell’anoressia colpisce non soltanto le donne. Anche i ragazzi, sia all’interno che fuori dal mondo della moda, possono soffrire di anoressia.

Circa il 5-10 % degli individui che soffrono di anoressia nervosa sono maschi e i dati sono in aumento. Questo evidenzia ancora di più quanto sia importante affrontare il tema con un occhio a 360 gradi, per limitare maggiormente i danni e i problemi relativi.

5. Oliviero Toscani e la sua campagna di denuncia

A denunciare questo stato nel mondo della moda, fortunatamente, sono in molti. In Italia, da Settimio Benedusi ad Oliviero Toscani (due noti fotografi di moda) non si sono fatte mancare le proteste culturalmente rilevanti di chi fa parte dell’industria-moda.

Benedusi negli ultimi anni ha spostato il focus del suo lavoro dalle copertine glamour con modelle come Belen Rodriguez a una ritrattistica più umana e sincera, denunciando il fatto che spesso la figura della donna viene manipolata ed estremizzata per vendere prodotti attraverso un’immagine che poco ha a che fare con la realtà.

Toscani, da canto suo, che è sempre stato un fotografo controverso, nel 2007 lancia una campagna contro l’anoressia per il marchio Nolita.

La fotografia ritrae una modella anoressica totalmente nuda vista nell’interezza della sua malattia.

In futuro dichiarerà:

“L’unico errore di quella campagna è stato lasciare il volto della ragazza scoperto. Se le avessi messo una maschera almeno non si sarebbe creato tutto quel casino mediatico attorno alla sua figura. Il mio intento era di denunciare una condizione della moda che è sotto gli occhi di tutti. L’ho fatto in piena fashion week, in modo che i riflettori fossero ben puntati. Ho scelto lei ma avrei potuto scegliere chiunque altro. Se vai ai casting ne trovi a decine di ragazze così. Mi sembrava solo avesse lo sguardo più cattivo delle altre.”

6. Ok, ma le soluzioni?

Victoire Dauxerre ha combattuto la sua battaglia in clinica per riprendersi, si è mossa per fare un proposta di legge contro l’anoressia e ha aizzato l’opinione pubblica.

Giovanni Gastel, fotografo di moda, spesso sottolinea che il corpo della modella deve essere al servizio della moda, e la moda ha le sue regole. Il fotografo che scatta per un determinato brand deve conoscere quel marchio, la sua storia e saper valorizzare i suoi abiti, sfruttando il corpo che li indossa per dare loro la forma migliore.

Siamo totalmente d’accordo, tuttavia, banalmente, basterebbe cambiare di poco i canoni estetici e renderli più naturali. Spostare il fulcro da una magrezza artificiosa ad un corpo sano e ben curato.

7. Qual è il ruolo delle agenzie e cosa possiamo fare concretamente noi?

Siamo consapevoli del fatto che ci siano persone con determinate fisicità e misure che per natura rispettano gli standard richiesti. Noi stessi ci basiamo su tabelle anatomiche fornite dai clienti per le selezioni. Ci sono casting per i quali sono necessarie misure più specifiche di altre.

Il compito dell’agenzia in questo caso è quello di saper indirizzare le persone giuste che senza sforzo rispondono alle esigenze.

Allora sarebbe opportuno che ci si occupasse di fare uno scouting continuo in modo da individuare risorse adeguate a ciascuna richiesta, e che rispecchiano determinati parametri senza forzature deleterie per la loro salute. 

Quindi, quello che svolgiamo noi de Le Baccanti è basato su due punti fondamentali:

a. scounting continuo di new faces in modo da avere un ventaglio di scelta più ampio possibile e un databese adeguatamente rifornito con circa 8 000 risorse iscritte al nostro sito;

b. consigliare ai nostri rappresentati di tenersi in forma con adeguata alimentazione e attività fisica, ma sempre con rispetto per se stessi.

Questo fa parte dei nostri valori, e come agenzia troviamo fondamentale ed importante, senza spendere parole in inutile retorica, condividerle con tutte le persone che entrano in contatto con Le Baccanti: voi lettori, i nostri clienti, ma soprattutto i ragazzi e le ragazze che collaborano con noi.

Perché magari potresti essere un nostro cliente, o un nostro modello, e riteniamo essenziale che tu sappia qual è il punto di vista che condividiamo a riguardo.

Nel caso in cui ti trovassi in questa condizione ti invitiamo a parlarne con la famiglia e qualcuno di esperto, partendo dalla figura di psicologi e nutrizionisti.

Se invece, dopo aver letto questo articolo, senti di aderire alla nostra corrente di pensiero contattaci (info@lebaccanti.it), saremo contenti di fare la tua conoscenza!

Per approfondire ti consigliamo di leggere questi libri:

Sempre più Magre – Victoire Dauxerre

La solitudine dei numeri primi – Paolo Giordano

Il cucchiaio è una culla – Giuditta Guizzetti

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