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Come la Moda comunica al di là dell’abito

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Come la Moda comunica al di là dell’abito
I percorsi comunicativi dei brand

Come comunica la Moda

La comunicazione dell’universo Moda

Ci hai mai pensato?

Il mondo della Moda è bravissimo a comunicare un’universo di appertenenza più che un prodotto.
Così accade per qualunque tipo di brand: da Prada a Zara, da Armani a H&M.

Ciò rende la comunicazione Moda particolare in ogni suo punto.
Una modella non è solo una modella, la scelta di un fotografo non è solo la scelta di un operatore e la location non è solo un luogo.

È la rappresentazione (teatrale) di un mondo di appartenenza. Un mondo creato da quel brand di cui gli affezionati fanno, e vogliono farne, parte.


La costruzione di una narrativa per il brand

Ogni brand, in un modo o nell’altro, dà vita ad una narrazione di sé stesso.
Ogni piccolo tassello contribuisce alla costruzione narrativa della marca. Questo accade costantemete. Un post sui social, una collaborazione con un influencer, la scelta di un modello e quella del fotografo.
Tutti questi elementi creano l’identità di marca, guidano la sua direzione.
Ad esempio, la scelta di utilizzare Therry Richardson per alcune campagne di Gucci, o l’errore di Dolce & Gabbana nei confronti dei Paesi asiatici per un loro spot giudicato razzista, hanno contribuito (positivamente o negativamente) alla narrazione di questi brand.

La stessa Prada, attraverso determinate collaborazioni (come quella con Wes Anderson per alcuni fashion film) ha posizionato se stessa su un piano culturale alto, che la differenziasse dai competitor.

L’abito non è mai il primo oggetto di comunicazione


Semioticamente potremmo dire che l’abito è l’espressione di un significato.
Quello che indossiamo quotidianamente definisce noi stessi, la nostra appartenenza ad una determinata società e i nostri valori.
Ciò contribuisce alla narrazione di noi quanto del brand di riferimento.
Ce lo ha raccontato nei dettafli il professor Vanni Codeluppi in questa intervista.

Raramente veniamo a conoscenza dei dettagli riguardanti la creazione dell’abito, del suo materiale e delle sue finiture.

Nello specifico le finiture sono spesso “eleganti”, i colori possono essere “tenui” o “sgargianti” e i materiali “pregiati”. Aggettivi generici che definiscono un’idea, danno una sensazione, regalano un’emozione, ma non dicono realmente nulla dell’abito.

Chi indossa Nike si sente una persona smart, predilige la comodità e fa parte della community del brand Nike.
Nike, d’altro canto, si propone come il marchio giusto per chi ha questo tipo di carattere.
È un rapporto biunivico in cui le due parti si influenzano.


Certo, però, la marca ha sempre più potere decisionale e comunicativo rispetto al cliente.
Ciò non toglie che l’opinione pubblica possa influenzare la stessa.

Ad esempio, in questo periodo storico le nuove generazioni (e non solo) sono sempre più attente ai temi ambientali. Ciò costringe, in una qualche misura, le marche a comunicare la loro sostenibilità, il loro apporto alla società e le loro mobilitazione per salvaguardare il pianeta.


La creazione di un universo narrativo

Così ogni brand crea, in modo costante ed incessante, una narrazione tangibile del proprio universo di apparteneza.
Il cliente, aderendovi, ne entra a far parte, sente in sé di appartenergli e questo lo trasporta, momentaneamente, in un altro stato d’animo.
È chiaro quindi che ogni editoriale, ogni pubblicità, ogni gesto comunicativo, siano la costruzione di questo “brand universe”.

Anche la nostra Agenzia, attraverso le proprie modelle, i propri fotografi e i propri stylists, contribuisce alla creazione di campagne che compongono la comunicazione dei brand.

Scopri di più, contattaci a info@lebaccanti.it 

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